Realtà virtuale per ridurre il dolore cronico

Serious game for health

Chi non si rilasserebbe camminando placidamente tra boschi di conifere e caducifoglie tipiche di una foresta del Nord America? Chi non riuscirebbe, così, in pace con il mondo e con se stesso a fare proprie tecniche di meditazione volte a sentirsi meglio?

Sulla scorta di questa idea, ricercatori della Simon Fraser University canadese hanno ideato un progetto che applica la realtà virtuale per supportare le persone che soffrono di dolore cronico nell’apprendere la tecnica di meditazione Mindfulness-based stress reduction. Con un chiaro e preciso obiettivo valutare se e come l’applicazione della realtà virtuale possa agire sull’aspetto psicologico collegato alla percezione del dolore.

Ebbene, proprio l’accoppiata meditazione-realtà virtuale è riuscita nell’intento di ridurre la percezione del dolore nei pazienti con dolore cronico.

Potenziare le proprie capacità interiori con la realtà virtuale

Secondo il lavoro di Diane Gromala e colleghi intitolato “The virtual meditative walk: virtual reality therapy for chronic pain managementmettere le persone che soffrono di dolore cronico in condizione di trovare un equilibrio interiore elevato può favorire l’apprendimento di tecniche meditative volte al rilassamento. E conseguentemente consentire loro di percepire meno dolore.

Per farlo il gruppo di ricerca ha realizzato un progetto di realtà virtuale che tramite visori, ma anche attraverso strumenti più maneggevoli come tablet e smartphone, propone l’immersione del paziente in una lussureggiante foresta nordamericana. Qui, seguendo un sentiero che lo addentra nel bosco, riesce a ritrovare le energie interiori che gli permettono di accogliere al meglio gli insegnamenti della tecnica meditativa proposta.

Interessante anche il metodo individuato per valutare la risposta dei pazienti coinvolti in questo studio. Attraverso sensori che misurano la risposta galvanica della pelle collegati al programma di realtà virtuale, all’aumento del senso di rilassamento e quindi di minore percezione di dolore da parte del paziente all’interno della foresta la nebbia va dissolvendosi. Al contrario si infittisce quando il paziente aumenta il proprio livello di stress. Quindi, risulta evidente anche un’altra peculiarità tipica di molti interventi che applicano la realtà virtuale e i serious game all’ambito sanitario: la possibilità di definire approcci personalizzati a seconda delle peculiarità del singolo paziente, sia in termini di quadro clinico che di risposta ai trattamenti.

Confrontando un gruppo di sette pazienti ingaggiati nell’apprendere la tecnica di meditazione Mindfulness-based stress reduction sfruttando la realtà virtuale con un gruppo di controllo composto da sei pazienti che non usavano la realtà virtuale, il gruppo di ricerca ha evidenziato che l’utilizzo dei questa opzione riesce a ridurre significativamente il livello di dolore percepito dal paziente.

Nuovi approcci per stati patologici complessi

Risultati incoraggianti che mettono in luce le potenzialità e l’opportunità di affiancare approcci diversi rispetto a quelli farmacologici – come la realtà virtuale e i serious game – nel trattamento di stati patologici complessi, come quello del dolore cronico, che coinvolgono ad esempio anche aspetti psicologici delle “persone con”.

Certo esiste un limite intrinseco a questa ricerca: quello di non riuscire a determinare quanto a lungo permanga la riduzione della percezione del dolore. Cionondimeno, evidenzia il gruppo di ricerca canadese, la possibilità di utilizzare questo programma di realtà virtuale in modo ripetuto e constante nel tempo, potrebbe consentire ai pazienti di trovare un nuovo modo più efficace di gestire il dolore nella propria quotidianità.